Filocaio
Fùnnicu Réggiu.
Fino a pochi anni fa si poteva vedere qualche carta turistica che storpiava il nome di questa spiaggetta in un mostruoso “Forno Careggio”. Il nome, che talvolta si trova anche scritto in forma italianizzata, cioè “Fondaco Regio”, è un’importante testimo-nianza della storia di Maratea. Fino ai primi del XIX secolo, la costiera marateota era un importante punto di imbarco e sbarco di merci che venivano trafficate tra la Basilicata e Napoli. Esisteva quindi a Maratea una dogana e dei depositi per lo stoccaggio delle merci, chiamati per lo più, come in tutto il Mezzogiorno d’Italia, col termine fondaco. Si trovava quindi qui uno dei fondaci destinati alla conservazione di merci che soggette a tassazioni che, nel complesso sistema esattoriale del regno di Napoli, erano riscosse direttamente dalla casa regnante.
I Vranne.
È una grande spiaggia, più lunga che larga, aperta nella costa verso Marina. È accessibile soltanto dal mare. Non è ben chiaro il significato del nome, che potrebbe essere un termine dialettale caduto in disuso per indicare qualche specie vegetale o altro. Nel 2016 è stata considerata la più bella spiaggia d’Italia.
Utilissima puntualizzazione e, per me, ripasso di nomi e storie delle più belle spiagge e cale che la natura abbia mai disegnato