Author Archives: Aldo Fiorenzano

Zù Mònacu

addò’ va ‘o mare,

llà va ‘a rena

proverbio marinaro sorrentino

 

Quannu Zù Mònacu cuntàvi ‘nu cuntu,

‘i paròli jscìnu annacàti pe vucca

e i fatti parìnu scritti ‘nfaccia.

Cu mossi d’attori, ‘i mani e l’occhi

ti facìnu vid’ ‘i cunti com’ érinu juti.

E, int’ ‘u cchiù bellu du’ cuntu,

cu ‘na maistrìa

da veru marinàru,

facì fuji ‘a fantasia

sulu dicennu “arrassusìa….”

Po’, comi ‘nu gran reverènnu,

chiudì llu discùrsu cu “e via discurrénnu”.

Quando zu Monicu raccontava un fatto,

le parole uscivano cullate dalla bocca

e i fatti sembravano scritti in faccia.

con movenze d’attore le mani e gli occhi

mostravano i fatti cosi come accaduti.

e, nel più bello del racconto,

con una maestria

da vero marinaio,

faceva galoppare la fantasia

solo dicendo “arrassusìa….”

poi,come un gran sacerdote,

chiudeva il discorso con “e via discurrénnu”.

 

 

A pesca con Gerardo

Cilardu i Sarchiuni, questo era il suo nome e soprannome, era un personaggio del Porto davvero singolare, dotato di una dote particolare: un altissimo senso dell’ironia e dello umorismo che lo rendevano di una simpatia unica.

Antonio e Mariuccia ‘i Rosa

 

 

Mariuccia i Rosa era la perpetua del Porto. Una donna bassina, con i capelli bianchissimi, sempre vestita di scuro. Me la ricordo anziana ma non invecchiò più, era sempre la stessa. Curava la Chiesa, la Canonica e accompagnava noi ragazzi al Catechismo da Carmelina che era la badante, quasi adottata, di Antonio Alfieri, il primo commerciante amalfitano che alla fine dell’ottocento aveva aperto al Porto un negozio.

Una tragedia

La pesca del tonno è tra le più affascinanti perché esso è un grande combattente ed è dotato di una potenza formidabile. La sua forma a siluro gli permette, con solo poche codate di raggiungere velocità impressionanti. Spesso quindi la lotta è impari e la spunta quasi sempre lui. Tantissime volte mi è capitato di lottare con un tonno abboccato ed ancora vivo, le volte che sono riuscito a metterlo a bordo si contano sulle dita di una sola mano. Una volta ho pianto come un bambino disperato.

L’ingegnere

Facevo parte di una cooperativa al Porto che si occupava di pesca e di assistenza nautica.Da poco era finito il braccio di ponente del porto e i turisti vi portavano le loro barche nel mese di luglio e di agosto.