Category Archives: I pesci
Occhiata
Dal lat. “oculātam”, deriv. di “ŏculus” , ossia dal grande occhio. E’ una specie gregaria e litorale, che frequenta ì fondi algosi e rocciosi. L’occhiata ha un aspetto assai simile a quello dei saraghi o della salpa: forma ovale e snella con il corpo molto schiacciato, occhi grandi e bocca disposta all’insù, con mandibola leggermente sporgente e dotata di acuminata dentatura.
La livrea è grigio-azzurra, con vivaci riflessi argentei, più scura sul dorso e più chiara sui fianchi, che sono percorsi da numerose linee scure orizzontali. Sul peduncolo caudale è visibile una grossa macchia nera bordata di bianco. La pinna caudale è forcuta. In generale è di piccola taglia. Le più grosse raggiungono la lunghezza di trenta centimetri e circa 1 Kg. di peso.
Ricciola
È il più grande pesce della famiglia dei carangidi, potendo raggiungere e superare i 2 metri di lunghezza. È un pesce pelagico caratterizzato dalla colorazione argentea azzurra, con una linea longitudinale di colore oro, coda forcuta e due pinne dorsali, la prima corta e la seconda lunga. Presenta una barra bruna obliqua che attraversa l’occhio. veloce nuotatore che si avvicina periodicamente alla costa, anche in bassi fondali. I giovani si radunano in branchi piuttosto numerosi e non si incontrano mai da soli; gli adulti sono sempre in piccoli gruppi e talvolta solitari. Nel periodo estivo nuotano in vicinanza della superficie ed è facile incontrarli in vicinanza delle coste rocciose delle isole o nei promontori. A volte entra nelle tonnare.
Fragolino
Dal lat. “rubrum” rosso, con dissimilazione consonante e anaptissi (stessa vocale fra le consonanti l-v-r). Il riferimento è alla colorazione della livrea da cui deriva anche il nome fragolino.
Nel periodo riproduttivo (estate-autunno) si concentrano in gran numero su fondali di 20-50 metri e rilasciano uova che galleggiano in superficie. Ha carni gradevoli e saporite.Ha un aspetto tipico di unosparide, alto e compresso lateralmente. Il muso è più acuto che negli altriPagellus e la fronte è quasi rettilinea.La livrea è rosata sul dorso e fianchi per digradare nell’argenteo del ventre. Il pesce vivo ha punti azzurri su tutto il dorso ed un bordo di colore rosso all’opercolo branchiale.
Tanuta
Già l’etimo del termine italiano non è univoco, per quanto molti su rifanno al verbo “tannare” ossia conciare. Ancora più oscuro è l’etimo del termine dialettale, peraltro unico nei dialetti meridionali. L’aspetto di questo pesce varia tantissimo con l’età. I giovani esemplari fino a 6-7 cm sono simili come forma a giovani saraghi o salpe, con l’aumentare delle dimensioni la forma del corpo si fa tozza ed il profilo alto; i maschi adulti hanno una marcata gibbosità cefalica e la fronte concava.
Sarago maggiore
A voler azzardare una etimologia del termine si potrebbe ipotizzare quella di far derivare uaràtu dal lat. volg. “bàrra” da cui l’aggettivo barrato corrotto in varràtu da cui uaràtu. La livrea del pesce è, del resto, caratteristica per le sei-sette fasce verticali scure a mo’ di barre. Le più autorevoli ipotesi derivate dall’arabo e dall’ebraico, portando al significato di “maculato”, ci sembrano poco concordanti con la specie diplodus vulgaris cui appartiene il sarago maggiore. Si riproduce nei mesi di gennaio-marzo nel Mediterraneo orientale e più tardi, in primavera, in quello occidentale. Si nutre di crostacei, invertebrati bentonici, da giovane, anche di alghe. Predilige particolarmente il riccio Paracentrotus lividus, di cui è il principale predatore, ma solo quando raggiunge la maggiore taglia con relativo sviluppo della dentatura, che gli permette di rompere il guscio anche se provvisto di aculei.