Category Archives: Storie

Museo d’ombre

 

 

 

Approfittando della complicità delle feste natalizie, mi sono piacevolmente imbattuto, dopo almeno una dozzina d’anni, nell’istruttiva e musicale lettura di Gesualdo Bufalino a tutti noto per le sue doti di scrittore, ma anche come arguto aforista e notevole poeta.Vincitore del Premio Strega nel 1988 con il romanzo di ambientazione duo siciliana “Le menzogne della notte”, e noto per la sua amicizia con un altro grande siciliano, Leonardo Sciascia, Bufalino fu un instancabile ricercatore e studioso di vasta cultura, qualità che lo portarono a scandagliare ogni anfratto della esistenza umana e a gettare il suo sguardo acuto sulle cose del mondo.

Memorie di mare (di Italia Romano)

Sono nato in una fredda sera alla fine di un inverno di parecchi anni fa, in una delle povere case attorno a questo piccolo porto. Fuori infuriava un temporale ed il mare in tempesta che mugghiava e si frangeva sulla riva sembrava condividere gli spasmi dolorosi della mia povera madre. E’ qui che ho mosso i primi passi ed era questo stesso mare che, oggi come allora, carezzevole li lambiva.

Caramellu

Domenico Pappalardo si chiamava ma era comunemente conosciuto come Caramello, personaggio portaiolo a dir poco singolare, col sesto senso nel combinare guai o di trovarsene in un mare….

La sua vita trascorre in gioventù soprattutto in Sud America, precisamente, in Venezuela, dove era arrivato senza arte ne parte. A Caracas c’era un folto gruppo di Marateoti che si erano sistemati più o meno bene e a cui facevano riferimento, almeno per i primi tempi, i nuovi compaesani emigrati.

ù Vaccàru

E così, la rema di levante ha portato via anche te, caro Vaccaro, quella rema che porta a ponente, al tramonto, alla fine….. Lunga però è stata la tua vita di marinaio e, tolto l’ultimo periodo di qualche anno, anche in buona salute, nonostante tutti gli stenti, i sacrifici, il duro lavoro di marinaio, fatto spesso in condizioni proibitive. Ricordo tutte le tue barche, tutte troppo piccole per poterti far fare le cose che volevi in condizioni decenti…. Le reti di fondo quasi l’affondavano, così pure le reti di superficie ( schittuni ) per non parlare dei piccoli cinciorri che solo per miracolo non l’affondavano del tutto. Ma, ancora li vedo a poppa, quanti pisci Ssunta aviti ì ‘a vènni a màtina….

Cenzino

 “Ma cu a dittu ca a Santuiannu fa caudu?” Cosi solevamo dirci, io e Cenzino(nella foto l’ultimo in piedi a destra), quando l’ennesima ondata ci copriva e noi dovevamo agguantarci agli scogli per non essere trascinati in mare compresa la canna che, tenacemente, serravamo tra le mani. Solo se il mare era abbastanza mosso a Santoianni era possibile pescare le occhiate grandi e noi, quando le altre barche rientravano per il mare mosso, uscivamo, ormeggiavamo la barca nella cala di terra e,pieni di stroglie, dovevamo fare quasi il periplo dell’isola per raggiungere la posta delle occhiate che si trovava nella parte a ponente della punta di fuori.