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A pesca con Gerardo

Cilardu i Sarchiuni, questo era il suo nome e soprannome, era un personaggio del Porto davvero singolare, dotato di una dote particolare: un altissimo senso dell’ironia e dello umorismo che lo rendevano di una simpatia unica.

Antonio e Mariuccia ‘i Rosa

 

 

Mariuccia i Rosa era la perpetua del Porto. Una donna bassina, con i capelli bianchissimi, sempre vestita di scuro. Me la ricordo anziana ma non invecchiò più, era sempre la stessa. Curava la Chiesa, la Canonica e accompagnava noi ragazzi al Catechismo da Carmelina che era la badante, quasi adottata, di Antonio Alfieri, il primo commerciante amalfitano che alla fine dell’ottocento aveva aperto al Porto un negozio.

Una tragedia

La pesca del tonno è tra le più affascinanti perché esso è un grande combattente ed è dotato di una potenza formidabile. La sua forma a siluro gli permette, con solo poche codate di raggiungere velocità impressionanti. Spesso quindi la lotta è impari e la spunta quasi sempre lui. Tantissime volte mi è capitato di lottare con un tonno abboccato ed ancora vivo, le volte che sono riuscito a metterlo a bordo si contano sulle dita di una sola mano. Una volta ho pianto come un bambino disperato.

L’ingegnere

Facevo parte di una cooperativa al Porto che si occupava di pesca e di assistenza nautica.Da poco era finito il braccio di ponente del porto e i turisti vi portavano le loro barche nel mese di luglio e di agosto.

Antea

All’ inizio degli anni ‘70, alla fine di giugno arrivò al Porto una barca di nome Antea, a bordo c’erano quattro o cinque giovani ed un signore un poco più anziano, sui quarant’anni; si sistemarono sulla zona del porto gestita da Franco Cacciatore, un portaiolo che faceva assistenza nautica. Si era ancora agli inizi al porto, il traffico era scarso e si socializzava spesso con gli equipaggi delle barche che arrivavano. Girolamo era il proprietario dell’Antea, l’aveva costruita lui di sana pianta, pezzo per pezzo e vi aveva impiegato degli anni perché insegnava Educazione Fisica a Torino, solo nei mesi estivi si recava ad Ascea, suo paese d’origine, dove aveva messo in cantiere la costruzione della barca. Ne venne fuori una bella barca di otto o nove metri, cabinata, con quattro comode cuccette, bagno, cucinetta ed un prendisole a prua.